PRIMO GIORNO DI LAVORO PER I CINQUE PROFUGHI ACCOLTI A SILEA

Mercoledì i cinque ragazzi inizieranno a lavorare, grazie ad un progetto di formazione che non prevede una retribuzione, ma “un’occupazione” gratuita al servizio della comunità.

Silea 20 settembre- “Una iniziativa per favorire un inserimento concreto e graduale dei cinque ragazzi profughi di guerra, scappati dalla Libia. Solo condividendo le nostre abitudini, le nostre difficoltà e il lavoro, anche quando manca, si può parlare di integrazione.” Così il sindaco di Silea, Silvano Piazza, annuncia che i cinque ragazzi profughi, accolti a fine giugno nella comunità di Silea, da mercoledì inizieranno a lavorare in alcune aziende del territorio: tre ragazzi nell’azienda Vendrame Pasqualino & Co; due ragazzi presso la casa per anziani della Fondazione Villa d’Argento, con funzioni di sorveglianza e compagnia per gli anziani. I cinque ragazzi, tutti giovani, erano in Libia dopo essere scappati dalla guerra civile che ha lacerato la Costa d’Avorio ed hanno raggiunto l’Italia con le carrette del mare. Ora si stanno inserendo gradualmente grazie anche a questa iniziativa, inserita in un progetto formativo promosso dalla Prefettura, che prevede un lavoro volontario e quindi non retribuito. I cinque ragazzi saranno impegnati almeno fino al 31 dicembre, quattro ore al giorno dal lunedì al venerdì.

“Lo scopo è insegnare loro un lavoro e contribuire ad un loro inserimento concreto- prosegue Piazza- Con i colleghi i cinque ragazzi impareranno l’italiano più velocemente, conosceranno le nostre abitudini e le nostre leggi.

L’inserimento è stato graduale e senza nessun problema, grazie alla mediazione della cooperativa “Il servire”, ma soprattutto grazie alla lungimiranza e all’ospitalità dei cittadini di Silea, che hanno accolto i cinque ragazzi a braccia aperte. Alcuni hanno offerto elettrodomestici, materassi e lenzuola, i vicini di casa portano qualche spuntino tutto italiano.

Ancora una volta i cittadini di Silea hanno dimostrato tutto il loro buon senso , superando molti dubbi e perplessità, che ora hanno solo il sapore di inutili e squallide strumentalizzazioni politiche.”